martedì 19 novembre 2013

"F" come Federico. (O meglio: Sogno di una notte di mezzo inverno.)

<<Fa freddo, tanto freddo. Ho deciso di prendere il treno e di fare un giro sulla riviera Romagnola. Con me ci son sempre: la mia Nikon e i miei sigari al caffè.
Mi trovo seduto su una panchina posta lungo un grande viale alberato, colmo di gente. Ci son molti negozi, bar e ristoranti. La mia curiosità viene rapita da un signore sulla settantina; robusto, capelli bianchi, occhiali da vista, sciarpa rossa e cappello nero da investigatore di fumetti noir. 
Passeggia avanti e indietro osservando ripetutamente i gesti e i volti delle persone. Ogni tanto si accarezza il mento e alza il sopracciglio, quasi come se scrutasse l'intera sequenza davanti ai suoi occhi. Finisco di mangiare l'ottima piadina e decido di seguirlo. Dopo un centinaio di metri si gira di scatto, mi guarda e inizia a ridere, sempre di più. Con un piccolo ghigno nato sul mio volto, gli chiedo il perché di questa risata. Con una vocina esile e un lieve accento del posto, mi risponde che visti così, io e lui sembriamo usciti dal fumetto "Marco Aurelio", suo primo lavoro artistico.
Quell'uomo si chiama Federico, Federico Fellini.>>





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